A Wall Street ne parlano ancora come della più grande truffa di tutti i tempi anche se ormai sono passati quattro anni da quel 2008 in cui Bernard Madoff venne smascherato facendo cadere lo schema Ponzi su cui aveva costruito il suo impero. Ora il cognome Madoff torna alla ribalta dopo l’arresto del fratello Peter, 67 anni, da sempre considerato vicino alle attività truffaldine di Bernard ma mai accusato di essere al corrente della truffa.
Nei giorni scorsi, dal carcere, Bernard Madoff ha spedito una lettera ai principali quotidiani americani sostenendo di non essere sorpreso della recente ondata di casi di insider trading, in un mondo in cui le informazioni riservate sono sempre più difficili da contenere. Pur avendo costruito la sua truffa a Wall Street anche attraverso gli hedge found, Madoff punta il dito sugli stessi, ritenendoli un problema per autorità e investitori. In sostanza la mancanza di trasparenza sarebbe una conseguenza dell’insider trading, di cui gli investitori farebbero le spese. Genio del male o no, la sua voce rappresenta comunque un’opinione autorevole. Bisogna vedere quanto gli Wall Street e le istituzioni relative ne coglieranno gli echi: per quanto riguarda l’Italia, il caso Parmalat ha lasciato più di un dubbio sull’onestà dei banchieri e delle agenzie di investimento, forse bisognerebbe che anche loro dessero una lettura alla letterina di Madoff che, tra parentesi, certamente sarà sempre più utile di quella di Berlusconi a Travaglio cui la gente si appassiona in questi giorni.