veneto banca consoliE’ di ieri la notizia dell’arresto di Vincenzo Consoli, dominus di Veneto Banca per quasi 16 anni, accusato di ostacolo alle funzioni delle autorità di Vigilanza e aggiotaggio. Si tratta dell’ennesima vicenda che riguarda il tracollo di una banca e che ha fatto emergere “i prestiti baciati”.
Andiamo con ordine: la Procura di Roma porta avanti da tempo un’indagine sull’anomala gestione del credito da parte dell’istituto di credito veneto. Le ispezioni da parte di Consob, Bankitalia e della Guardia di Finanza lasciavano presagire che c’era qualcosa che non andava.
Infatti l’indagine ha portato alla luce un sistema di finanziamenti disinvolti, (anche a nomi della politica romana e dell’imprenditoria veneta) e di “ritocchi” del patrimonio dell’istituto per dare ai risparmiatori e agli azionisti un’idea di solidità della banca.

I “prestiti baciati” non hanno nulla a che fare col romanticismo, ma devono il loro nome al modus operandi, simile al “do ut des”: chi chiedeva un mutuo avrebbe dovuto comprare anche azioni della banca. Questo scambio prestito-azioni non ha avuto un buon esito: il valore delle azioni si è azzerato.
Intercettazioni telefoniche e mail hanno fatto emergere un meccanismo consolidato che ha portato al crac della banca, sulle spalle di ignari clienti dell’istituto.

Auspichiamo che la giustizia farà il suo corso e che le autorità di vigilanza veglino sulle banche, affinché ci sia più trasparenza.