L’economia degli Stati Uniti continua a perdere i pezzi. L’agenzia Standard & Poors ha deciso infatti di declassare il rating sul debito USA da AAA a AA+: è la prima volta nella storia. In sostanza si tratta di una bocciatura del piano di risanamento dei conti pubblici presentato qualche giorno fa da Obama per salvare la nazione dal default. Si tratta di un duro colpo, anche se l’agenzia afferma di “non prendere posizione sul misto” di tagli alla spesa pubblica e incremento della tassazione, decisi non senza difficoltà da Democratici e Repubblicani.
Decisa ma non efficace la reazione degli Stati Uniti, che accusano Standard & Poors di superficialità nell’analisi: il Dipartimento del Tesoro parla di un errore di valutazione di 2000 miliardi di dollari, cifra quasi corrispondente ai 2400 miliardi che verranno ridotti nel debito pubblico tra dieci anni . Ma in realtà Standard & Poors aveva pronosticato come risolutoria solo una diminuzione pari a 4000 miliardi di dollari.
La realtà è che il debito degli Stati Uniti è ormai strutturale, il caso del fallimento del Minnesota non è passato inosservato. Anche la Cina, vera nuova potenza economica mondiale, sembra essersi accorta del momento negativo: ” al di fuori degli Stati Uniti molti ritengono che il taglio di rating sia un conto da tempo atteso che l’America deve pagare per la crescita del debito e per le miopi dispute politiche a Washington”, commenta in una nota il Governo cinese, che tra l’altro è tra i maggiori creditori di quello statunitense e per la svalutazione del dollaro subirebbe ingenti perdite.
Insomma, l’accordo raggiunto per la diminuzione del debito poteva andare bene per gli USA, ma al resto del mondo sembra non essere piaciuto, e siccome l’America non comanda più come una volta, questo giudizio conta. Si attende ora di vedere come reagiranno le Borse davanti a questo storico declassamento del rating.