tassi bce draghiL’annuncio di ieri del taglio dei tassi di interesse allo 0,05% per mano del Presidente della Bce Mario Draghi è stata ben accolta dalle borse, ma cosa cambia concretamente per l’economia reale? L’abbassamento del costo del denaro fa sì che i finanziamenti siano meno costosi, quindi aumenta la richiesta di denaro. Per le imprese che esportano è una buona notizia perché con l’euro più debole aumenta la competitività delle aziende europee e del made in Italy, sempre ricercato all’Estero. I prodotti e i servizi importati costerebbero un po’ di più, contribuendo ad alzare il tasso d’inflazione e a combattere la deflazione, nemica della ripresa economica. Questo provvedimento però non ha molta incidenza su coloro che hanno un mutuo a tasso fisso, per i quali non cambierà niente: continueranno a pagare la stessa rata mensile e sulle famiglie ed imprese che hanno un prestito variabile o stanno per accenderlo. I valori dei parametri di riferimento per determinare gli interessi da versare sono infatti da tempo ridotti al minimo. Inoltre per avere un mutuo per la casa bisogna comunque essere considerati solventi e i precari non lo possono essere ed occorre  soprattutto mettere sul piatto la metà del valore dell’immobile.Con questa mossa la Bce ha almeno dimostrato di aver ben presente le difficoltà dell’Eurozona e di essere disposta a impegnarsi per mantenere i tassi di interesse bassi per un lungo periodo. Ciò ha un valore più simbolico che reale, ma si spera che possa far tornare la fiducia negli investimenti e nel consumo, basterà?