tassa smsOra non basta più nemmeno la benzina. Sembra che il Governo abbia un continuo bisogno di fondi ed una altrettanto incessante esigenza di tradurla in nuove tasse. Nessun taglio ai finanziamenti ai partiti quindi, ma una nuova tassa indolore, sul modello di quelle delle accise per la benzina. Si tratta della tassa sugli sms, che comporterebbe un sovrapprezzo di due centesimi a messaggio da destinare alla Protezione Civile. In fondo si tratta solo di un anticipo di quello che sarà il probabile aumento dell’Iva ad Ottobre.
La verità è che tassare gli sms non è un’idea nuova, la propose nel 2006 un rappresentante francese del parlamento europeo per finanziare l’Unione. Certo, se si considera che i principali fruitori dei servizi di messaggistica istantanea sono i ragazzini, si ha un senso di tristezza. Non basta più togliere denaro dalle tasche dei genitori, con le accise sulla benzina, occorre ora estendere le gabelle ai minorenni. Se questo servirà a ridurre l’ammasso di comunicazioni inutili che prevale negli sms, sarà forse un bene ma non è certo questa la finalità della tassazione. E’ solo l’ennesima tassa silenziosa ma è una tassa sulle parole, sulla comunicazione: l’accoglieremo ancora con muto rispetto o ci sarà qualcuno che vorrà dire la sua?