quotidiano liberazioneIl taglio retroattivo dei finanziamenti pubblici per i giornali cooperativi, di idee e di partito decisa dal governo Berlusconi e confermata dal governo Monti sta alla base della chiusura di Liberazione, il giornale di Rifondazione Comunista da vent’anni nelle edicole. Il quotidiano non sarà più in edicola dal 2012.
La legge è contrastata dai giornalisti, che rischiano di restare senza lavoro. Secondo il redazionale pubblicato sul sito di Liberazione il provvedimento metterebbe a rischio cinquemila posti di lavoro di personale occupato in varie testate. Anche l’Unità e la Padania sono a rischio: i rubinetti dei finanziamenti si chiuderanno progressivamente dal 2012 per completare l’operazione nel 2013.
I giornali di partito ottengono attualmente circa un terzo dei fondi destinati all’editoria: per ottenere il finanziamento è sufficiente stampare un numero all’anno. Una situazione che tutela giustamente il pluralismo ma di cui molti sono stati sospettati di avere approfittato, come il noto Valter Lavitola, ex direttore de L’Avanti, ora pronto al rimpatrio dal Sud America dopo la revoca della custodia cautelare. Al di là dei sacrifici inevitabili da parte dei lavoratori, è palese che il sistema del finanziamento non funzionava. Resta invece intatto il finanziamento ai grandi giornali: forse sarebbe ora di fare un pensierino anche a quello, ma gli interessi lobbistici purtroppo sono ancora più forti.