La spending review è realtà: cominciano a diffondersi le prime cifre particolareggiate sui tagli che il Governo Monti attua per cercare di risanare l’Italia. Si parte con un taglio di 24.000 dipendenti pubblici, circa un terzo dei quali sono pensionabili. C’è già nell’aria la reazione dei sindacati, toccati in uno dei loro più grandi tabu, l’impiego statale. I travet dovranno anche mangiare meno: il limite dei buoni pasto scende a 7 euro, con un risparmio di quasi 54 milioni.
La Sanità vede un taglio sugli accessori come le siringhe e sui servizi di mensa e biancheria. Si parla di un risparmio di 500 milioni. Se si pensa alla condizione ospedaliera già precaria, si può tranquillamente rabbrividire. Fino ad ora la media dei dirigenti ospedalieri non ha certo brillato per competenza e risparmio. La domanda è, può un dirigente stolto diventare savio per mancanza di denaro pubblico e non suo? Difficile dirlo. Vengono tagliati anche i posti letto degli ospedali: insomma, meno siringhe, meno cambi di lenzuola, meno letti. Il consiglio è solo uno: cercate di stare bene e di non avere mai bisogno di cura sanitaria in ospedale. Cercate poi di non litigare, ci saranno meno giudici di pace. Tempi duri anche per secondini e carcerati: 3,5 milioni il risparmio per il vestiario, un taglio che, verrebbe da dire, non fa bene ai sarti.
Come è stata accolta la spending review? Squinzi di Confindustria storce il naso, la Cgil e i sindacati hanno già l’elmetto, lo spread è salito oltre 480 punti. L’impressione è che anche col caldo di Luglio qualcuno stia già tremando.