Ti condiscono con frasi e testimonial più o meno famosi che insistono,” manda un sms per i terremotati”, e tu digiti il numerino sulla tastiera, con la soddisfazione di sapere che non si tratta di uno dei soliti messaggini superflui che mandi tanto per passare il tempo, ma di un atto di solidarietà che pensi immediatamente efficace. Perché, forse anche inconsciamente, credi che un mezzo tanto veloce come un sms produca un effetto altrettanto immediato, quasi veloce come un bonifico online.
Così è successo anche per i terremotati, con la donazione di due euro al 45500 fatta tra fine maggio e la prima decade di Luglio: la cifra raccolta è stata di quindici milioni di euro. Che fine abbiano fatto, non è molto chiaro. Il Corriere riporta le dichiarazioni del Capo delle Protezione Civile Franco Gabrielli che rimarca due punti, che secondo lui sono meritevoli: la burocrazia necessaria a fare sì che si sappia con certezza dove finiscano i soldi e la precisazione che quindici milioni sarebbero una cifra gonfiata dalle promesse non mantenute dai donatori, che in realtà avrebbero totalizzato una raccolta di soli sette milioni, per altro ancora in corso di verifica da parte delle compagnie telefoniche.
Ora che il Capo delle Protezione Civile non sappia il significato della parola “emergenza” sembra strano. Qui non si tratta soli di bloccare la solidarietà, offendendo la buona fede dei donatori, qui si tratta di fermare liquidità dovute a una situazione che con l’arrivare del freddo non è affatto agevole. Da luglio a ottobre sono passati tre mesi, possibile che le decisioni ci mettano così tanto ad essere prese? I commissari accennano a database di inserimento richiesta, alla necessità di trasparenza ed altri dettagli burocratici, ma è facile parlare stando nelle stanze dei bottoni. Ancora una volta chi gestisce il pubblico si mostra distante dalle esigenze concrete della gente.
Quanto alle compagnie telefoniche, possibile che sbandierino ai quattro venti l’efficacia di un mezzo come l’sms solidale che in realtà ha solo metà del suo valore? Tim, Vodafone, Wind, Tre e compagnia bella si dedichino alle loro offerte commerciali o trovino un modo di snellire il processo di controllo.
Un grosso in bocca al lupo a tutta la popolazione dell’Emilia Romagna colpita dal terremoto, so che non vale nemmeno un euro, ma almeno è un augurio sincero, non uno spot lanciato a vanvera.