La flessibilità in uscita è un tema che anima il dibattito da molto tempo e che purtroppo resta un nodo irrisolto del nostro paese. Il tasso di disoccupazione giovanile è alle stelle, la crisi non è ancora finita e la Legge Fornero fa ancora discutere per aver prodotto gli esodati. Il governo sta lavorando per trovare una soluzione, ma la situazione è intricata, è come un cane che si morde la coda, perché fino a che non si liberano posti di lavoro, molti giovani non hanno l’opportunità di trovare un’occupazione. Inoltre l’Europa chiede che si allunghi l’età lavorativa, ma l’istituzione europea é molto discussa e in discussione in questi ultimi temi, a fronte dell’esito del referendum inglese “Brexit” che ha messo a nudo, sempre che ce ne fosse bisogno, i limiti dell’Unione Europea.
I sindacati e i lavoratori non la pensano nello stesso modo. E’ allo studio un’ipotesi proposta del governo per andare in pensione anticipata. I sindacati pare abbiamo dato l’ok in quanto, come sostiene Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, «Sui temi previdenziali e del lavoro il governo ha in parte modificato le posizioni a seguito della mobilitazione sindacale». Furlan afferma che «è iniziato un percorso su temi che interessano gli italiani e le italiane, temi che toccano la vita e il futuro di tante persone».
Essa riguarda le classi ’51-’55 e consiste in un anticipo della pensione da restituire in ventanni con una penalizzazione, comprensiva di copertura assicurativa e detrazione fiscale sulla parte del capitale anticipato per soggetti deboli e meritevoli di tutela.
Occorrerà dunque rivolgersi all’Inps che si occuperà di gestire il rapporto con gli enti predisposti ad erogare il prestito.
Durante il tavolo con i sindacati il sottosegretario Tommaso Nannicini ha specificato che chi volesse godere di questa opportunità, dovrebbe restituire la somma con una quota il cui massimo sarebbe il 15% dell’assegno incassato.
La decisione del governo di cancellare le penalizzazione inizialmente proposte è probabilmente alla base della fumata bianca da parte dei sindacati.