inchiesta

In un momento di crisi come quello attuale, in cui lo Stato richiede uno sforzo economico per fare fronte al problema del debito, è fondamentale difendere di fronte ai clienti potenziali ed attuali la qualità del prodotto e insistere sulla correttezza del rapporto prezzo/valore.
Pasquale Natuzzi, fondatore del Gruppo Natuzzi, quotato a New York e noto per la produzione e commercio divani e poltrone, ha perciò spezzato la sua lancia a favore del made in Italy, così spesso lodato ma anche così frequentemente calpestato con mezzi che sfuggono alle leggi che regolano le modalità produttive e lavorative in Italia.
“Niente di cinese” potrebbe essere il motto di questa denuncia, che non vuole suonare come razzista ma mette l’accento sullo sfruttamento cui sono spesso sottoposti i lavoratori cinesi nel campo dell’arredamento, stipati in capannoni in cui lavorano anche quattrodici ore al giorno a prezzi irrisori. Secondo un’inchiesta condotta da Report, questo tipo di attività clandestine va ad abbattere i prezzi di mercato, a scapito di
aziende come Natuzzi, fedele al vero concetto di made in Italy, originale e in regola con le leggi che regolano il mercato del lavoro. Il video della trasmissione parla del caso di Forlì, dove dal 2007 alcune aziende invece cedono alle lusinghe di terzisti che operano sottocosto, con risultati qualitativi scadenti, oltre che ottenuti con mezzi
illegali. Se non si vuole perdere il valore del marchio made in italy nel mondo, occorre fare attenzione a questi aspetti: spacciare un divano fabbricato da cinesi senza contratto regolare e sottopagati per un articolo artigianale scontato è solo un altro modo di alimentare mercati paralleli a scapito di aziende che agiscono in maniera regolare e con un accento particolare sulla qualità del prodotto. Il meid in itali non ha nulla a che vedere con il made in Italy: Pasquale Natuzzi ha fatto bene a ricordarlo.


Questo è un articolo sponsorizzato scritto seguendo le linee editoriali del nostro blog.