La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia vede sempre più nero: “Stiamo entrando in una fase di recessione e dobbiamo cercare di evitare che non ci siano più investimenti e che le imprese non riescano a mantenere più l’occupazione”. E’ un giudizio duro sulla manovra Monti, che ha già scontentato anche i sindacati, ieri in sciopero. La preoccupazione di Confindustria si estende a livello europeo: nell’ultimo vertice, che ha segnato l’isolazionismo volontario dell’Inghilterra, né Francia né Germania sembrano in grado di proporre argini concreti a una crisi di cui nessuno stato vuole veramente farsi carico.
Il problema economico dell’Italia, unito a quello di Grecia, Spagna e Portogallo, grava come un macigno su un’Europa instabile.
La realtà è che la manovra “salvaitalia” non presenta prospettive di crescita per le imprese: Confindustria la vede più come un rimedio temporaneo che come una soluzione. In sostanza il fine della manovra è quello di restare in Europa e di non fare crollare il fragile sistema europeo. L’abilità di Monti dovrebbe essere quella di conciliare le esigenze europee con quelle della popolazione italiana. Ma finora, pur parlando di crescita ed equità sociale, Monti non ha convinto né gli enti che rappresentano il lavoratori né quelli che rappresentano le aziende.