Marchionne critica la capacità del Governo di investire. Al salone del Libro di Torino l’amministratore delegato della Fiat chiede di partire al più presto con la fase di rilancio dell’economia perché a furia di cure dimagranti “possiamo arrivare a morire”. Marchionne precisa subito, a scanso di equivoci, di non essere in cerca di aiuti dal Governo, ma di chiedere solo che si dia una mano all’economia industriale a rimettersi in moto. Quindi la stoccata finale alle mancate riforme di Monti: “Manca la capacità di investire da parte del governo, di creare una politica cofinanziata. Bisogna che tutte le industrie private siano incoraggiate a farlo, ma bisogna creare livelli di flessibilità industriali che siano alla pari di quelli dove si trovano i nostri concorrenti o non porteremo nessuno in questo Paese”. Insomma, la seconda fase, quella che dovrebbe ridare vigore ad un’economia boccheggiante, è per ora una chimera.
Monti percepisce queste tensioni e ancora di più quelle politiche che mettono a dura prova la stabilità del governo: proprio ieri ha dichiarato che “Possiamo andare avanti solo con l’impegno di tutti. Se continuiamo a guardarci con reciproco sospetto si alimenta la paura e si indeboliscono le forze”. Un’esortazione ai partiti a stare uniti, proprio mentre a livello europeo la concordia trema davanti allo sbriciolamento politico ed economico di Grecia e Spagna.