La ricetta Monti sembra non funzionare: certo, giudicare la manovra in un tempo ridotto non è del tutto corretto ma in effetti ci si aspettava almeno un calo dello spread, che invece resta costantemente intorno 500 punti. Il dato più eclatante fino ad ora è stata la diminuzione dei consumi a Natale: segno che la gente, termine non bello ma d’uopo anche se non piace ai “tecnici”, si aspetta tempi ancora più duri. Le pressioni catastali in arrivo, che hanno il solo ed unico obbiettivo di tassare gli immobili, sono un’altra gabella che andrà a diminuire gli investimenti. Considerando che l’84% degli italiani ha una casa di proprietà, si tratta di una tassa equa, solo nel senso che colpisce la maggioranza delle persone. Così come sono tasse eque la solita accise sulla benzina, l’aumento prossimo dell’iva e il ventilato aumento dei pedaggi autostradali. Ma equità significa anche giustizia, non solo uguaglianza o proporzionalità. Ora, alcuni professori dell’università di Torino denotano che la manovra è recessiva. In realtà non c’è bisogno di un giudizio così definito ed autorevole, basta sentire i discorsi dell’uomo comune. Chi pensa che valgano meno di quelli di un professore di economia si sbaglia. La finanza può restare nella stanza dei bottoni, ma l’economia è “di strada”. Risultato: più tasse, meno consumi; banale. Ora, un’economista prenderebbe un gesso tra le sue dita curate e sottili ed incomincerebbe a disegnare grafici sulla manovra, con fase uno e fase due. Ma l’uomo della strada non sa leggere le curve gaussiane. Stringe il suo portafogli e si incammina verso la sua casa tassata e ritassata. L’economista dice che ce la faremo. Ma non si capisce con chi stia parlando, probabilmente con esponenti dell’alta finanza. Forse bisognerebbe ogni tanto guardare anche all’uomo della strada, riconoscergli qualche diritto. E’ questa la giustizia: tassarla non porterebbe profitto, ce n’è talmente poca…