manovra economicaIl Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha spiegato in sintesi la manovra economica che porterà allo stato un introito di 45,5 miliardi, cifra che dovrebbe risanare il bilancio interno entro il 2013, come richiesto dalla Banca Centrale Europea. Il decreto legge, vagliato alla Camera da tutti i partiti anche se con le dovute riserve da parte dell’opposizione, prevede un incasso di  20 miliardi di euro nel 2012 e di 25,5 miliardi nel 2013. E’ previsto che sia presentato in Senato il 22 agosto.

Il provvedimento si concentra su tagli alle spese, nuove imposte e liberalizzazioni. Ecco i punti principali, cominciando dai nuovi prelievi al portafoglio degli italiani.

  1. nuova accisa sulla benzina, sul tabacco e sui giochi. Il rialzo della benzina non è certo una novità ma date le ultime tendenze si poteva pensare a una soluzione alternativa.
  2. Robin Hood Tax per società che operano nel settore energetico: è un’addizionale del 10,5% all’Ires (attualmente è 6,5%)  per il triennio anni d’imposta 2011-2013. Beh, se le rinnovabili sono l’energia del futuro, non è certo una bella partenza.
  3. contributo di solidarietà biennale: 5% per i redditi sopra 90mila euro e 10% per chi guadagna sopra 150mila euro. Il cosiddetto “ceto medio” va a sostenere le spese.
  4. la tassazione al 20% delle rendite finanziarie in luogo del 12,5% sui capital gains e degli interessi sui conti correnti bancari e postali

Strette anche su fronte dell’evasione fiscale.

  1. nuovi criteri per gli studi di settore: già complicati e restrittivi di per sé, vediamo come la prenderanno le imprese
  2. una stretta sulla tracciabilità dei pagamenti in contanti: la soglia oltre la quale scatta l’obbligo di comunicazione al Fisco dell’operazione sarò 2.500 euro. Si spera così di evitare le operazioni “in nero”.
  3. sono previste sanzioni per chi non emette scontrino o fattura: i professionisti che in cinque anni commetteranno quattro omissioni di fatture potranno essere sospesi dall’albo.

Infine i tagli alle spese ministriali e locali

  1. taglio per 6 miliardi aggiuntivi ai ministeri e di altri 6 miliardi agli enti territoriali nel 2012, mntre per il 2013 i tagli sono rispettivamente 2,5 e 3,5 miliardi di euro: critiche le regioni, sottoposte ad un taglio di 1 miliardo: soprattutto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, ha manifestato perplessità
  2. tagli ai costi della politica con 54mila poltrone in meno: si parla di abolizione di 36 province ma solo alla fine della legislatura del 2013
  3. liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali
  4. accorpamento dei comuni sotto i mille abitanti
  5. slittamento di due anni del tfr degli statali
  6. disincentivi alle pensioni: requisito di 97 anni tra età anagrafica ed anzianità lavorativa
  7. feste laiche spostate al lunedì per evitare i ponti

Il Ministro del tesoro Giulio Tremonti ha dichiarato che se ci fossero stati gli Eurobond non saremmo giunti a tanto. Effettivamente prevedere l’azzeramento del debito entro il 2014 sarebbe stato meno doloroso. E’ vero che siamo davanti a un crisi mondiale ma un’Europa che non concede alternative non piace a nessuno: troppo spesso ciò che accontenta l’Europa scontenta gli Europei.