Italia e Grecia sono accomunate da governi sull’orlo di una crisi di nervi. Il Pdl di Berlusconi ha perso due deputati passati all’Udc e ormai la maggioranza è risicata: il governo tecnico è dietro l’angolo.
In Grecia Papandreu, il primo ministro socialista, dopo avere messo in subbuglio l’Europa intera con lo spettro del referendum, ha fatto marcia indietro avviando colloqui con le opposizioni che mirano ad un governo di transizione con elezioni dopo Natale. Il premier ellenico però non sembra interessato a perdere il suo posto in nome della salvezza, tutt’altro che scontata della Grecia: il pronostico più diffuso è quello di una semplice rinuncia al referendum, in maniera di ricevere gli aiuti previsti per il 15 dicembre. Cosa succederà oltre quella data è difficile da decifrare: l’instabilità greca sembra cronica, il contagio dell’Italia inevitabile. Oltre alle colonne del Partenone sta vacillando anche l’Europa.