Il rapporto deficit/pil è il grande male dell’Italia. Per combatterlo occorre tracciare tutti i pagamenti. Per tracciare tutti i pagamenti aboliamo il contante e usiamo solo la carta di credito. Questa la geniale riflessione di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera. La totale tracciabilità della moneta privata in nome del bene pubblico. O se si preferisce parlare terra a terra, il totale controllo dello Stato. O dei fabbricatori delle carte di credito che, come già narrato in una altro articolo, possono tranquillamente schedarci ed usarci come “pezze da mercato”. Alla faccia di qualsiasi privacy.
Nel seguito del pezzo, la conduttrice di report, si sbilancia poi con frasi profetiche come “Riducendo la circolazione del contante, con ogni probabilità, sparirebbero anche i furti alle pompe di benzina, alle casse dei supermarket, ai portafogli”. Per concludere affermando che si tratta solo di una utopica proposta per salvare l’Italia.
Peccato che l’utopia abbia delle basi morali e non solo economiche, peccato che non esiste un buon governo al quale affidare senza timore i propri dati personali, la propria esistenza, anche politica. Manca una sovrastruttura forte: evocare una soluzione strutturale stona, profuma di ideologia senza idea. Un po’ come stona questo nuovo governo Monti, dove alla politica e alla democrazia si sostituisce il tecnicismo e la finanza. Si vuole colmare un vuoto con un “ripieno” diverso. Il vero problema non sono le tasche vuote, ma il vuoto di ideali. Il vero problema non è commissariale il portafoglio ma conquistare il cuore. Ma sia l’Europa, sia l’Italia, se lo stanno dimenticando, in nome della moneta: che sia contante, carta di credito, titolo di stato, è lo stesso. Il valore economico non è la carne dell’uomo.