Mario Draghi e la Banca Centrale Europea sono il bersaglio preferito della stampa tedesca in questo fine di agosto. A dare alito agli attacchi dei giornali anche Jens Weidmann, Presidente della Bundesbank, che al Der Spiegel definisce il tentativo di Mario Draghi di acquisto di obbligazioni pubbliche da parte della Bce come un intento di finanziare gli stati con una “stampatrice di banconote”. Le parole di Weidmann non lasciano adito a fraintendimenti: “non bisogna sottovalutare il danno del finanziamento da parte delle banche centrali che può dare assuefazione, come una droga. Fissare i tassi di inflazione per i titoli di Stato è per me un’idea scabrosa. Non credo di essere il solo ad avere mal di pancia al riguardo”. Anche il tetto anti spread, altro cavallo di battaglia di Draghi, viene criticato dal capo di Bundesbank. Il Governo tedesco sembra invece avere un tono più morbido anche se a volte pare un semplice atteggiamento di facciata, segno che la crisi europea, incarnata dalle fragili o quanto meno altalenanti situazioni di Grecia, Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo, è lungi dal trovare una soluzione.