L’ipotesi lanciata dal Ministro dello Sviluppo Passera prevede l’uso obbligatorio dei bancomat e delle carte di credito per acquisti sopra i 50 euro. La procedura renderebbe tracciabile l’acquisto, riducendo così l’evasione fiscale. Il regolamento dovrebbe entrare in vigore dal luglio del 2013, ma c’è chi già scommette su uno slittamento.
Al solito, non mancano le critiche alla riforma che obbliga all’uso della moneta elettronica. La più schietta è la Lega Nord che dichiara espressamente: “l’ottimismo di Monti vale per le sole banche che con l’obbligo quasi universale di pagamento tramite bancomat, moltiplicheranno all’inverosimile gli introiti delle commissioni”. Proprio il problema delle commissioni è centrale nel dibattito, tanto che Confcommercio ricorda che: “il perseguimento di questo obiettivo non può però significare introduzione, con tempi stringenti, di obblighi universali di accettazione degli strumenti di moneta elettronica. E ciò tanto più in assenza di chiare scelte ed impegni in materia di riduzione delle commissioni che gravano sugli esercenti e che maggiormente incidono sulle transazioni di importo contenuto”.
Oltre al problema la soluzione della moneta elettronica rivela altri difetti:
– è un favore implicito alle banche, che guadagnano dalle commissioni
– non aiuta i commercianti che devono attrezzarsi in breve tempo
– i costi dei commercianti per pos e conto corrente, circa il 3% di commissione, vengono sobbarcati sul consumatore finale
– i cattivi pagatori hanno accesso solo per miracolo a carte di credito e bancomat
Certo, l’Italia è agli ultimi posti in Europa per l’uso della moneta elettronica, ma l’ennesima imposizione non è certo una misura educativa e rischia il disamore ancora prima di essere concretizzata.