La Confindustria spinge in questi giorni sull’aumento dell’IVA di un punto percentuale: dal 20% attuale al 21%. Si tratterebbe di una misura alternativa al contributo di solidarietà che colpirebbe chi già paga le tasse. Bisogna ricordare che l’aumento non riguarderebbe i generi di prima necessità come alimentari, bevande e beni sanitari che hanno un’imposta IVA che varia dal 10 al 4%. La CGIA di Mestre ha calcolato che l’aumento inciderebbe di poco meno di 100 euro sulle spese delle famiglie italiane.
Difficile dire se questa sia la soluzione giusta o solo una via di fuga della Confindustria dalla Robin Hood Tax che colpirebbe anche le energie rinnovabili, invece di dare loro una spinta dopo che il referendum ha decretato la sospensione del nucleare in Italia.
Quello che è certo è che ogni parte sociale e politica sta avanzando proposte sulla manovra economica, quasi si trattasse di un gioco di società. E’ una prova del fatto che le idee non sono per nulla chiare e che nel momento in cui servono scelte precise e nette, il Governo va in difficoltà. Intanto le famiglie boccheggiano, i giovani disoccupati aumentano e i calciatori, bontà loro, scioperano.