Cassa integrazione in netto aumento nel febbraio 2012. Il dato della Cgil è abbastanza allarmante: da gennaio a febbraio le ore di cassa integrazione sono aumentate del 49,12%. I lavoratori coinvolti sono circa 400.000.
Con questi dati parlare di recessione non è più un tabù: la cura Monti sta portando a un blocco dei consumi che si ripercuote sulle aziende. Il confronto sul tavolo del lavoro, di cui si dibatte tanto in questi giorni, non può non tenere conto della situazione delle aziende produttrici, ormai in stagnazione. Il problema delle modalità di rapporto contrattuali non può coprire la vera piaga sociale: il lavoro manca tra le cause, inutile nascondersi dietro un dito, vi sono anche il rincaro dei prezzi dovuto anche alle imposte dirette e gli aumenti contributivi per raggiungere il tanto agognato pareggio di bilancio. Tutto questo influisce negativamente sui consumi. In questo grigio panorama il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere commenta i dati con una sentenza significativa nei toni e nei contenuti la situazione relativa alla cassa integrazione: “il sistema produttivo italiano, e la sua caratura manifatturiera, è invischiato in una crisi profondissima con prospettive pericolose di declino”. Se i tecnici del governo devono restare dei gran teorici, capaci di fare quadrare bilanci che restano distanti anni luce dalle 1300 euro in meno all’anno percepite dal lavoratore in cassa integrazione o da quelle mai percepite dal giovane disoccupato, allora significa che questo Governo non è politico ma semplicemente economico. Purtroppo il premier Monti non deve fare il professore o il banchiere dell’Italia, così come il predecessore Berlusconi non doveva fare il capo dell’azienda Italia. C’è bisogno di politica, di comprensione sociale. Altrimenti tanto vale mandare anche il Parlamento in cassa integrazione.